Alla fine l'ho messa! I due primi capitoli, se così si possono chiamare!
Purtroppo non ha ancora un inizio, ma arriverà presto...comunque la storia è abbastanza intuitiva, come potrete notare!
Enjoy!
"WaAaAah!!!"
Lou chiuse gli occhi, appiggliandosi alla sua spada, che aveva prontamente conficcato in una parete del pozzo con una forza che non si immaginava di avere, in quel momento. Sentì un forte peso sulle gambe, come uno strattone per tirarla ancora più giù, poi un urlo e poi un altro peso, ancora più grave del primo.
"Mann...Fra? Jo?" chiamò a vuoto, sbattendo gli occhi per cercare di mettere a fuoco ciò che c'era intorno a lei e arricciando il naso per non far cadere gli occhiali.
"Lou!"
"Fra!"
"Lou sei tu che sei attaccata?"
"Sì, ma chi mi sta tirando giù la cintura?!"
"Io...scusami ma eri l'unico appiglio! E' colpa di Jo che si è attaccata a me!"
"Ah, beh, bella! Che dovevo fare, lasciarmi cadere?"
"Smettetela di litigare voi due!" gli urlò contro, prima che al ragazzo venisse in mente di rispondere veramente quello che pensava e la cosa si protraesse senza fine: "O vi lascio cadere! Jo fai un po' di luce piuttosto!"
Sentì la compagna borbottare qualcosa, ma non ci badò più di tanto, dato che aveva ben altro a cui pensare che non fossero le sue lamentele... "Light." disse la più piccola agitando lo scettro.
Una luce rossa illuminò debolmente il pozzo, che si rivelò avere le pareti perfettamente decorate da quadri e lampade, alcune sottosopra, altre storte, in compenso nessuna dritta.
"Ma che razza di posto...wow!" esclamò Francesco spostando la spalla, sfiorato da un divano giallo che fluttuava nell'aria. "Questo...cos'è?"
"Ne abbiamo di simili nel mio mondo...si chiamano...divani."
"JO VUOI MORIRE? TI MOLLO SUL SERIO!!"
"Scusa scusa! Che dite..." chiese la ragazza allungando una gamba e dandogli un colpettino: "Ci regge?"
"Non lo so...ma sempre meglio che rimanere qui a penzolare." rispose Lou risoluta afferrando un bracciolo del divano e bloccandolo, il tempo appena sufficiente per saltarci sopra: "Oplà!"
Sotto il loro peso sembrò avere un piccolo vuoto d'aria, e cominciò a scendere lentamente mentre oggetti di ogni tipo galleggiavano dall'alto verso il basso: Sedie, telefoni, libri... "Questo è assurdo." disse Francesco allungando una mano per toccare un candelabro: "Beh...almeno
atterreremo comodamente."
"Chissà dove, però." concluse Jo cinica, qualche secondo prima di sentire una superficie solida sotto i piedi.
"Penso siamo arrivati al capolinea."
Si alzarono, e le luci intorno a loro si accesero automaticamente, scoprendo la stanza: era a forma di cupola, circolare, col pavimento a scacchi viola e rosa e le pareti rosa scuro. Davanti a loro, poi, continuava in un corridoio.
"Sembra l'entrata di una casa..." disse Francesco pensoso, prima di venire urtato da qualcosa.
Anzi, da qualcuno..."Ma...oh!" esclamò voltandosi.
"Ohi ohi è tardi, è tardi! E' troppo tardi!"
"Tardi...ma cos...?!" chiese sbarrando gli occhi nel vedere chi fosse stato a urtarlo. Infatti abbassando lo sguardo scoprì che era un coniglio bianco, vestito in abiti ottocenteschi, con un panciotto bianco e giacca rossa e pantaloni neri. Era piccolo (tanto che a Jo arrivava solo al
ginocchio) e grassoccio, e reggeva in mano un grosso orologio a cipollotto rotondo che stava fissando con occhietti preoccupati.
"Ehi! Aspetta!" cercò di fermarlo Lucrezia, correndogli dietro per avere qualche informazione: "Scusa, noi sia..."
"Non ho tempo per voi! Non ho tempo!" rispose lui senza nemmeno guardarli: "E' tardi è tardi, sono già nei guai!"
"Ma...!" provò nuovamente a fermarlo, ma capì che non c'era modo. Sembrava veramente troppo di fretta, tanto che era già scomparso nel corridoio prima che potesse dire qualsiasi cosa.
Guardò i due compagni: "Che facciamo?!" chiese.
"Lo seguiamo, ovviamente!" rispose Jo con tono ovvio, seguendo il coniglio. I due rimanenti si fissarono, annuirono con la testa entrambi, e la seguirono, con spada (Lou) e scudo (Francesco) in mano pronti all'uso.
"Allora?!" chiesero notando che la compagna si era fermata improvvisamente: "Dov'è il coniglio?"
"Non...non c'è più..." rispose Jo meravigliata, guardandosi attorno con le sopracciglia agrottate: "Che strano...era qui un momento fa!" continuò indicando il muro davanti a loro: "Ma non può essere passato di qui, non c'è niente!"
"E lì, invece?" chiese Fra, indicando alla sua destra dove c'era una porta blu chiusa: "Potrebbe essere andato di lì."
"Come avrebbe fatto ad aprirla? Non è abbastanza alto, problema che io conosco bene!" gli ricordò Jo, avvicinandosi comunque alla porta e toccando appena la maniglia. "Che faccio?" chiese: "La apro?" e poi senza aspettare una risposta girò la maniglia, dando un colpetto col
piede alla porta e estraendo lo scettro pronta a colpire qualsiasi cosa di pericoloso ci fosse dietro.
Ma, con grande sorpresa dei tre, non si trovarono davanti altro che una seconda porta, più piccola della prima e di colore più chiaro.
Jo la fissò un secondo perplessa, poi si rivolse a Lou. "Beh?"
"E apri anche quella, tanto oramai siamo qua..." rispose l'amica allargando le braccia con un sospiro, prevedendo che non ci sarebbe stato niente di buono, o meglio, niente e basta. Infatti dietro la seconda porta ne trovarono una terza, e poi una quarta e poi una quinta, una più
piccola dell'altra.
"Ma che roba è questa?! Adesso mi comincio a scocciare!" esclamò Francesco sbattendo lo scudo con fare impaziente: "Non abbiamo tempo per questi giochi!"
"Sta' calmo Fra...prima o poi dovranno finire!" sorrise Jo, che sembrava trovare la cosa alquanto divertente.
"Ah beh, prima o poi..." ripeté Fra per niente convinto, incrociando le braccia: "Più prima o più poi?"
"Non l'ho mica deciso io che ce ne fossero così tante!" gli ricordo lei, mettendosi in ginocchio per aprire la sesta, di colore fucsia: "Ma stiamo sicuramente arrivando alla fine!"
"Come fai a saperlo?"
"Perché altrimenti non sarebbe potuto passare il coniglio, no?" chiese con tono ovvio Lou, mettendosi anche lei a gattoni e seguendo l'amica che stava avanzando a fatica: "Jo, però muoviti, non sono in una bella posizione!"
"Mi dispiace, ma è troppo piccolo...non riesco a muovermi bene..." si scusò, mentre anche il ragazzo si abbassava per entrare attraverso la porticina: "Comunque, vedo qualcosa?"
"Cosa? Se è una luce bianca, torniamo indietro!"
"Ah-ah, spiritoso...no, non c'è una luce mi sembra...una specie di bosco buio!"
"Bosco buio?"
"Sì, proprio così..." rispose, prima di lasciarsi scappare un gemito: "Ecco, ce l'ho fatta, sono fuori!"
"Finalmente....non speravo più finiss..." cominciò Fra quando riuscì a rialzarsi: "Siamo di nuovo all'aria aper..." ma prima di finire la frase serrò le labbra, cercando di mantenere la calma allo spettacolo che gli
si parava davanti.
Infatti il bosco in cui erano sbucati era attraversato da una strada, che si biforcava in due direzioni e al centro della quale erano stati messi dei cartelli che indicavano ogni direzione, ma con scritte cose tipo "Di qui" "Di là" "Sopra" "Sotto" "Questa via" "Quell'altra."
Cosa, a dire del ragazzo, decisamente irritante.
"Bene." sibilò: "E ora come troviamo la ragazzina?"
"Lo chiedi a me?" chiese sarcastica Lucrezia, esaminando i cartelli uno a uno cercandone almeno qualcuno che potesse avere una parvenza di utilità. Fatica inutile: su nessuno erano indicate informazioni di alcun tipo.
"Che razza di mond..." cominciò Jo incrociando le braccia al petto, prima di sentire uno strano odore salirle alle narici. "Ehi..." chiamò gli altri: "Non sentite una strana puzza?"
"Puzza? Che tipo di puzza?" chiese Fra guardandosi attorno, per capire da dove poteva provenire una fantomatica "puzza" lì intorno.
"Non so...sembra tabacco. " rispose la ragazzina annusando l'aria: "Anzi, sembra quasi hashish..."
"Addirittura?" sorrise Francesco: "Come mai sei così esperta?"
"Appena torniamo sulla nave subirai le mie più terribili torture se non la smetti di dire cavolate! Ma comunque..." si fece aria con la mano: "Ha un odore terribile. Da dove viene?"
"Dallo stesso posto da cui vengono quelle, immagino." rispose Lou, indicando con il mento del fumo che aveva la forma di lettere dell'alfabeto. A, E, I, O, U, ognuna di un colore diverso. Provò
a toccarne una, per vedere come fosse stata fatta una cosa così strana, ma quella si dissolse facendola starnutire.
"Aa...chooo!"
"Salute!"
"Grazie...beh, abbiamo appurato che anche queste sono di tabacco, o hashish, o qualunque cosa sia, anche se strane e colorate. Qualcuno le deve per forza star fumando, e non deve essere lontano."
"Intuizione geniale, Hastings, ma non vedo come potrebbe tornarci utile."
"beh, potrebbe saperne qualcosa sulla bambina o ragazza che cerchiamo...da quello che ho sentito, la voce mi sembrava quella di una bambina." rispose Lou, ricordando il sogno fatto la sera
prima: "Anche se non ho potuto vederla. Comunque sia, forse questo fumatore potrebbe tornarci utile."
Fra e Jo ci pensarono su. In effetti, era la cosa più logica da fare, piuttosto che rimanere fermi lì all'incrocio senza sapere dove dovessero andare. Camminarono lentamente con circospezione, prendendo la via a sinistra indicata dalla compagna, fino a trovare con loro grande stupore una grossa farfalla blu, seduta su un fungo enorme. Stava fumando da un narghilé e borbottando da sola finché non li notò, nonostante i tre non sapessero cosa fare (non sapevano nemmeno se sapeva parlare la loro lingua o no, del resto.)
"Ehm...salve!" disse Jo con un sorriso forzato, salutandola con la mano: "Lei...parla?"
"Se io ero lei ti avevo già mandato in un posto poco carino..." borbottò Fra guardandola sott'occhi, mentre la farfalla dava un gran tiro e sbuffava.
"Chi...siete...voi...?" chiese, e una C, una S e una V uscirono dal bocchino finendo proprio in faccia a Lou, che provò a ignorare in fumo per quanto le era possibile."Siamo stranieri...stiamo cercando una persona." spiegò, trattenendo il respiro: "Per caso qualcuno è passato di qui?"
"Qualcuno...a parte....voi?" e una V svolazzò alle narici della bionda, che non riuscì a trattenersi dal tossire: "A parte noi...cough...non potrebbe smettere un secondo di fumare?"
"Non si chiede di smettere di fumare al brucaliffo." fu la risposta indignata della farfalla, che spostò il viso in modo da dar loro le spalle. "Così non risolviamo niente." sussurrò Francesco con un sospiro.
"Ci scusi, signor Brucaliffo." disse Jo bloccando il compagno: "Ma vede..."
"Non vedo...niente." la interruppe lo strano personaggio: "Ma comunque...è passata una ragazzina di qui, poco fa."
"Una ragazzina?" chiese la mora, rivolgendosi a Lou: "Una ragazzina potrebbe essere la descrizione della tipa che hai sognato? La voce poteva essere?"
"Sì, anzi, lo era di sicuro!" annuì l'amica contenta che le cose finalmente cominciassero a girare nel verso giusto per loro: "Scusi, signore, saprebbe dirci da che parte è andata?"
"Non...saprei....ha continuato per di qua." rispose con fare noncurante: "Comunque...chi siete...voi...?"
Tutt'e tre tossirono per la puzza, e poi Fra sospirò. "Non...non importa, signore."
"Bene." rispose quello, e poi si alzò in volo dal fungo lasciandoli di nuovo soli.
"Questa." affermò Lou con decisione: "E' sicuramente la cosa più strana che io abbia mai visto." guardò Jo: "Beh a parte il contenuto della tua valigia..."
"Grazie eh..." rispose lei sarcastica, facendo una smorfia: "Comunque...sì, era un personaggio alquanto strano."
"Oh, siamo tutti strani qui!" esclamò una voce sconosciuta, proveniente dagli alberi.
"Cosa?!" chiese Francesco voltandosi: "Chi ha parlato?!"
"Oh bella, io ho parlato!" rispose la voce accompagnata da una risatina divertita: "Su...qui sopra!"
I tre ragazzi scrutarono tra i rami dell'albero più vicino, cercando qualcosa che potesse aver parlato. Ma l'unica cosa che si vedeva era...qualcosa che assomigliava vagamente a un sorriso smagliante, curvato, che galleggiava sul ramo più grosso.
"Sei...tu?" gli chiese cauta Lou, e il sorriso annuì. "Bravi...oh, scusatemi, solo un secondo per favore."
E due occhi furbi apparvero, insieme a un muso e al resto del corpo per rivelare ciò che fosse veramente.
"E' un gatto." disse Jo sorpresa.
"No, uno stre-gatto." la corresse Francesco.
"Esatto, mio caro." annuì quello, senza smettere di sorridere. Era un gatto grasso, tozzo, con una coda così lunga e soffice da sembrare un cuscino e il pelo a strisce rosa e viola dalla testa alle zampe posteriori. Li fissò con il solito sorrisone e chiese "Allora...state cercando quella ragazza, Alice?"
"Alice." ripeté Jo interessata: "E' il suo nome?"
"Il nome di chi?"
"Della ragazza."
"Quale ragazza?"
"Quella che..." insistette provando a spiegarsi, ma alla fine si bloccò. "Scusa." disse: "Ma mi stai prendendo per i fondelli?"
Quello non rispose. Anzi, prese la propria testa, la staccò dal resto del corpo e la poggiò sul ramo mettendosi poi in equilibrio su di essa.
"Lo prendo per un sì." rispose Fra soffocando una risata. "Vedo." rispose seccata Jo, mentre l'animale allungava le zampe ondeggiando.
"Sapete stare sulla vostra testa?" chiese loro.
"No, signore." rispose Lou alzando gli occhi al cielo.
"Beh, certo." lo Stregatto riprese la propria testa e la rimise sul corpo sistemandola per bene: "Comunque, se volete veramente trovarla, dovreste chiedere a altri se hanno visto che via ha preso."
"Altri come, per esempio..." lo incitò Francesco cominciando a trovarlo altamente antipatico.
"Beh rispose il gatto: "Io lo chiederei al Cappellaio matto." e indicò una via che portava in un boschetto fitto: "Abita dopo quel bosco là."
"Cappellaio MATTO?" ripeté Lou preoccupata: "Hm...no grazie, Non penso sia il caso."
"Allora potreste provare dal Leprotto Bisestile. Ma vi devo avvertire..." si picchettò la testa: "E' un po' matto anche lui."
Francesco sospirò. "Beh, non si potrebbe andare da qualcuno che non è matto?"
"Penso proprio di no. Qui sono tutti matti. Io sono matto. Voi siete matti."
"Solo lei..." precisò Francesco indicando Jo. "EHI!"
"Lo vedo. Anche se in verità non dovrei perché in effetti...io non sono nemmeno qui." e scomparve, con una risata e canticchiando allegramente.
Quando fu totalmente scomparso, Lou si scrocchiò le dita. "Beh, ora sappiamo che forse Alice o come si chiama è passata per la casa del Cappellaio Matto, per cui..."
"Un momento! Ti fidi di quello?" chiese Francesco sorpreso.
"No, nemmeno un po'. Però è l'unica informazione che abbiamo, e questo posto non mi sembra pericoloso, quindi tanto vale tentare."
"Lou ha ragione. Per quel che sappiamo." annuì Nana, mettendosi lo scettro sulle spalle in orizzontale: "Farfalle che fumano, gatti che scompaiono, cappellai matti...ma poi a me la terapia
chi la paga?"
A MAD TEA PARTY
Dopo l'incontro con lo Stregatto, i tre ragazzi continuarono a camminare lungo la strada buia per una quindicina di minuti, cercando di non fermarsi a osservare gli strani animali (se così potevano essere chiamati) che ci circondavano, nonostante la curiosità che li divorava, specialmente le due ragazze.
"Dobbiamo sbrigarci!" sbuffava Francesco ogni volta che una di loro faceva cenno di aspettare un secondo per guardare questo o quell'essere strano che non avevano mai visto o immaginato in vita loro: "Non possiamo permetterci di perdere nemmeno un secondo. Se Lou aveva ragione, e probabilmente l'aveva..." precisò subito vedendo l'occhiata che la ragazza gli stava scoccando.
"Cos'è, adesso metti anche in dubbio le mie capacità?" chiese con fare sarcastico.
"Scusa, scusa...comunque, potrebbe esserci una ragazzina in pericolo, e non sappiamo nemmeno dove sia!"
"Ma sì, per un secondo..." sospirò Jo, chinandosi per toccare quello che sembrava una specie di fenicottero ma che al minimo tocco delle sue dita si aprì come un ombrello ringhiandole contro, e volando via."Ehi!" esclamò guardandolo male: "Che permaloso..."
"Se tu non toppicassi dappertutto!" sospirò Fra, scrollando la testa. Lou alzò gli occhi al cielo, pensando a quanto fossero infantili tra tutti e due, prima di vedere finalmente un po' di luce davanti a loro. Si guardò attorno: il bosco era quasi finito, gli alberi si diradavano man mano che
avanzavano, lasciando così che la via si illuminasse a vista d'occhio.
"Oh, finalmente! Dovremmo essere vicini alla casa che ci ha detto lo Stregatto." disse Jo contenta di vedere finalmente un po' di sole: "Qui ci diranno qualcosa in più su questa fantomatica Alice, o come si chiama."
"Mah, speriamo..." sospirò l'amica, poco incline a credere a quel gatto... "Avrebbe potuto anche mandarci completamente fuori strada solo per divertimento, e essere qui in giro a gustarsi la scenetta di noi persi in un mondo sconosciuto."
"Dici? Beh...in effetti..."
Eppure, nonostante la poca fiducia, trovarono effettivamente davanti a loro una casetta che avrebbe potuto essere quella di questo "cappellaio matto", alla vista della quale tutti e tre provarono un grandissimo sollievo. Allora infondo quel gatto non era poi così cattivo...
"Deve per forza essere quella." disse infatti Lou indicandola ai propri compagni: "O comunque, possiamo chiedere alle persone che ci abitano."
"Ma...sei sicura? Entrare in una casa che non conosciamo..." chiese Francesco grattandosi il mento, ma Jo scosse la testa. "Per quanto strani, non le persone che abbiamo incontrato fino ad adesso non erano cattive...al massimo erano un po'matte. E poi, guarda com'è carina!" aggiunse con un sorriso indicando un giardinetto delimitato da una siepe
perfettamente tagliata che le arrivava al petto. Dietro di essa c'era un giardino ben curato, con ogni tipo di fiore, tutti dall'aspetto sgargiante al centro del quale si trovava un lunghissimo tavolo rosa scuro. Attorno ad esso c'erano differenti tipi di sedie e poltrone di ogni misura, colore e
forma, e sopra una cinquantina o anche più teiere di ogni forma. Nonstante l'esagerato numero di sedie però solo due era occupate: una da un piccolo ometto con un enorme cilindro verde in testa e un leprotto con una strana faccia da pazzo. Entrambi erano vestiti da gentiluomini inglesi, e stavano cantando una strana canzoncina tenendo come
ritmo il fischiettio delle teiere.A quella vista Jo spalancò gli occhi con un sorrisone, poi si girò verso Francesco e aprì la bocca, ma prima che potesse parlare lui le mise un dito sulle labbra in verticale. "No!" esclamò con fare deciso
"Ma se non sai nemmeno quel che ti voleva chiedere!" protestò Lou cercando di difendere l'amica.
Lui la guardò con una smorfia, e rise: "Eheh, tu pensi...I know my chickens!"
"I know...cosa?"
"Beh lascia stare, comunque voleva chiedermi se poteva entrare a dare un'occhiata non è vero?" continuò guardando Jo, che aprì la bocca e poi la richiuse. Congiunse le mani: "Ti prego ti prego ti prego!"
"No!""Una tazza di Thé!"
"Sì certo come no! Mai, non possiamo andare a chiedere a quei due, hanno delle facce che non mi piacciono per niente!"
"Dai dai dai..."
"Non pregarmi tanto è in..."
"AaAargh!!!" esclamò lei all'improvviso, indicando un punto dietro le spalle del ragazzo.
Sentendola Francesco sobbalzò e si voltò col cuore in gola."Dove? Dove?!" chiese prendendo lo scudo, e lei ne approfittò per voltarsi e correre verso il cancelletto rosa chiaro che portava nel giardino: "N...JO!!!"
"Ma anche tu che ci caschi, però!" rise Lucrezia divertita: "Questo era logico!"
"Beh, scusa tanto se sto all'erta!" rispose lui, rosso in viso per la vergogna di esserci cascato e la rabbia."Sì vabbé...comunque, vieni, andiamo con lei." gli disse l'altra trattenendo le risate e prendendogli la mano nella sua, per seguire la compagna che, avendo trovato aperto il cancelletto, era entrata senza tanti complimenti nel giardino dei due tipi, che stavano cantando una strana canzoncina...
"A very merry un-birthday
to me!
To who?
To me!
Oh, you!
A very merry un-birthday
to you!
Who me?
Yes, you!
Oh, me!
It's hard to gratulate
So have another cup o' tea
A very merry un-birthday
TOOOOOOOOOO YOOOOOOOUUUUUUU!!!"
Quando smisero di cantare, Jo e Lou si guardarono perplesse, aggrottando le sopracciglia. Poi per non essere maleducate (anche perché erano entrate nel loro giardino senza permesso), applaudirono nonostante il poco (anzi, nullo) talento dei due interpreti. Francesco invece rimase scandalizzato, guardando prima le compagne di viaggio poi i due pseudo-cantanti con viso quasi terrorizzato.
"Ma che fate?!" esclamò con voce stridula, facendo girare il Cappellaio e il Leprotto (perché dall'aspetto era abbastanza ovvio che fossero loro) che alla loro vista sbarrarono gli occhi e si slanciarono verso i ragazzi, correndo sulla tavola gridando: "Non c'è posto, non c'è posto! Ci dispiace ma non c'è posto!"
"Ma ci sono un sacco di posti!" protestò Lou indicando loro le sedie e poltrone intorno alla tavola.
"Beh, ma è molto scortese presentarsi a un thé senza invito!" disse il Leprotto ancora in piedi sul tavolo puntando il dito contro il naso di Jo, mentre anche il Cappellaio annuiva: "Sì, è molto, molto scortese!" confermò sputacchiando.
"Ci dispiace...è che abbiamo..." cominciò Fra, interrotto poi da Jo. "Sentito la vostra deliziosa canzone!" disse con viso fintamente estasiato, che però convinse i due, i quali si guardarono stupiti: "Davvero?!"
"Sì, certo!"
"Oh, ma questo è meraviglioso!" esclamarono con voce deliziata: "Vi è piaciuta la nostra canzone?"
"Ci è piaciuta la loro canzone?" chiese Fra sarcastico, ricevendo una gomitata da Lou: "Ah...sì, ci è piaciuta."
"Certo!"
"Ovvio!"
"Oh beh! Se è così, allora dovete per forza rimanere per una tazza di thé con noi!" esclamò contento: "E' il secondo complimento che ci fanno oggi!"
"S-secondo?" ripeté Fra: "Perché, è già passato qualcuno?" ma si accorse che i due non lo stavano ascoltando, e tiravano le due ragazze per le maniche a convincerle a restare.
"Beh, immagino che una possa andare..." annuì Lou pensandoci su: "Ma solo una. Non possiamo rimanere qui molto..."
"Oh, biscotti e pasticcini!" esclamò Nana, sedendosi su una poltrona di velluto rossa e prendendone uno: "Dai restiamo un po'...mi piacciono così tanto le feste di compleanno."
"Oh, mia cara, ma questa non è una festa di compleanno!" disse il cappellaio mettendole una mano sulla spalla con fare affabile.
"Ah...no?"
"No, certo. Questa è una festa di non-compleanno." precisò infatti il Leprotto facendo accomodare Lucrezia, che li guardò perplessa. "Un...non-compleanno?" ripeté mentre quello le versava mezza tazzà thé, nel senso vero e proprio del termine (cioé stava versando del te in una
tazza tagliata a metà.)
"Proprio così!"
"Non ho idea di cosa sia..."
"Nemmeno io." concordò Francesco, ma Jo alzò la mano. "Io lo so!" disse.
"Ah sì? E che sarebbe?"
"Ovviamente è una festa che si fa' nei giorni che non sono quello del proprio compleanno, così al posto di una festa all'anno ne hai trecentosessantaquattro!" rispose trionfante, ricevendo gli
applausi del Cappellaio. "Oh, ma che bambina brillante!"
"Troppo buono, signore..." rispose lei facendo un sorriso soddisfatto a Francesco, che sbuffò distogliendo lo sguardo.
Lou alzò il dito con un'idea. "Ehi!" disse: "Ma se è così, allora oggi è
anche il nostro non-compleanno!"
"Oh no, Lou, non anche tu..."
"Davvero?" chiese stupito il cappellaio, battendo le mani: "Oh, ma guarda che coincidenza!"
"Com'è piccolo il mondo!" commentò il Leprotto annuendo: "Allora in questo caso..."
Ed entrambi saltarono nuovamente sul tavolo, scoprendo una enorme torta rosa con tanto di candeline nascosta sotto il cappello verde che il Cappellaio teneva in testa. "Oh no..." sospirò Fra scrollando la testa praticamente disperato.
"A very merry un-birthday...."
"Per me?" chiese Lou sorpresa, mentre le posavano la torta davanti.
"To you!
A very merry un-birthday..."
"Per me?"
"To you!
Now blow the candle out, my dears
And make your wish come true!"
Le due ragazze si sorrisero, e presero Francesco per il braccio per tirarlo vicino a loro. "Non vorrai sembrare scortese!" disse Jo, prima di soffiare insieme a loro sulle candeline della torta, che sembrò tremare per un secondo e poi esplose sopra le loro teste, come un fuoco artificiale.
"A very merry un-birthday, to yooouuu!!!!"
Jo e Lou scoppiarono a ridere, con un po' di crema sulle loro facce. "E' stato divertente!" disse la mora passandosi il dito sulla guancia e provando ad assaggiare ciò che ne restava.
"Già...dovremmo fare anche noi ogni tanto delle feste del genere." annuì Lou, mentre il Cappellaio la aiutava a pulirsi gli occhiali. "Beh, miei cari." disse poi infilando il gomito in una tazza piena di thé, senza sembrarne
minimamente preoccupato: "Avete detto che dovevate fare qualcosa?"
"In verità non l'avevamo detto..." disse Francesco perplesso, ma loro scossero la testa: "Allora?"
"Beh, ecco, per farla semplice stavamo cercando una ragazzina di nome Alice che dovrebbe essere passata di qui." spiegò Lou il più velocemente possibile: "L'avete vista?"
"Non abbiamo visto nessuno che fa di nome Alice." rispose il Leprotto: "Ma prima di voi è passata una ragazzina bionda che si è feramata con noi un momento."
"Davvero?!" chiese Fra sporgendosi verso di loro: "E...sapete dov'è anda..." cominciò a chiedere, ma prima che potesse finire il Leprotto saltò sulla tovaglia esclamando: "Cambio cambio di posti!" e i tre vennero spinti due posti avanti al proprio, senza che nemmeno se ne accorgessero.
"Dunque...stavi chiedendo?" chiese il Cappellaio al ragazzo.
"Sì, chiedevo se sapete dov'è andata."
"No, ma anche se fosse, non vedo perché dovrebbe interessare a voi."
"Ha detto qualcosa su dove avesse intenzione di andare?"
"Niente di niente." disse il Leprotto scuotendo la testa."Perché la cercate?" chiese il Cappellaio: "Invece di cercare una bambina, non sarebbe più divertente rimanere a festeggiare il proprio non-compleanno?"
"Beh, divertente è divertente." annuì Jo: "Ma dobbiamo proprio andare a cercarla...se è passata di qui, magari potrebbe essere ancora vicina a questo posto..."
"Ho un ottima idea!" esclamò il Leprotto: "Cambiamo argomento!"
"Come cambiamo argomento?" chiese Fra cominciando a non capirci più, ma fu ignorato dai due.
"Perché i tramonti sono matti da legare?" chiese il Cappellaio grattandosi il mento.
"Scusi?" chiese nuovamente il ragazzo, aggrottando le sopracciglia. Era la domanda più stupida che avesse mai sentito!
"Ah, un indovinello." disse Lou cominciando a ragionarci su a voce alta: "Dunque...perché i tramonti...sono matti da legare..."
"Cosa?!" chiese il Cappellaio quasi nel panico: "Che hai detto?!"
"Perché i tramonti sono matti da legare!" ripeté lei più forte, e quando lo fece il Leprotto saltò in braccio al Cappellaio. "Sono matti, sono matti!" esclamarono.
"Ehi, state calmi!" disse Jo: "E' la domanda che avete fatto...." ma prima che potesse finire la frase il Cappellaio si ritirò come impaurito: "Non vi avvicinate, non vi avvicinate!! Sono matti!"
"Oh adesso però basta! Andiamocene o non so cosa faccio a questi!" disse Fra prendendo per le braccia le due amiche e portandole via, senza nemmeno salutare.
"Ma Fra..." provò a protestare Jo: "Magari potevano dirci qualcosina in più..."
"Sì, certo! Per favore! Abbiamo solo perso tempo qui, ed è stato...il ricevimento più stupido a cui io abbia mai preso parte!!"
Ecco la prima parte! Allora, che sembra? Fa' schifo? E' orribile? Commenti please...
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1 commento:
Siore e siori, ecco a voi... la nostra JK Rowling in erba!! (o canne, dipende... XD)
Stupendoooooo!!! Soprattutto perchè c'hai preso da dio... cioè, se ci capitasse davvero, penso che ci comporteremmo esattamente così!^^
Ebbrava Jooooo!!!
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