sabato 24 maggio 2008

E dopo l'impennata spaziale dei miei ormoni data dall'apparizione televisiva di Lucius Malfoy (hanno dato Harry Potter sul 5!)...ecco a voi altri due capitoli della mia storiella! Non preoccuparti Lou, tra poco la finisco con Alice
Enjoy!

ALICE

Dopo essere usciti dalla casa del Cappellaio, i tre si consultarono sul da farsi. Il Cappellaio aveva detto loro che Alice era passata, ma senza dare alcun aiuto sulla direzione che poteva aver preso. Per cui, alla fine Francesco aveva ragione: avevano perso tempo per niente.
"Ma non può comunque essere andata lontano!" protestò Jo scuotendo la testa: "Hanno detto che è passata di lì poco prima, per cui sarà sicuramente qui intorno. Almeno sappiamo dov'è andata, e che via ha preso."
"Beh, comunque ora sappiamo che è andata di qui e la sua direzione, ma grazie tante...la via potrebbe essere ancora lunghissima." Lou sospirò e si passò una mano tra i capelli: "Lo so che è strano, ma ci servirebbe proprio lo Stregatto!"
"Magari è qui intorno! Chiamiamolo!" disse Jo speranzosa. "Sì, al telefono! Che dici?"
"Beh scusa, se lui diceva che era lì, ma alla fine alla detto che non era lì, allora potrebbe non essere qui ma essere qui." spiegò incrociando le dita per far capire meglio. "No?"
Fra aprì la bocca, e poi le puntò il dito. "Tu, stai cominciando a pensare come quelli che ci sono qui." le disse: "E ciò è grave."
"Beh, però è utile." rispose lei, prima di sentire una risatina.
"La tua amica ha ragione: bisogna pensare come i matti, per sapere come uscire di qui."
Lou fece un salto nel sentirla. "Stregatto!" esclamò guardandosi attorno: "Sei qui?"
"Forse sì, forse no."
"Dove sei, Stregatto? Non ti vediamo!"
"Allora guardate qui."
"Oh no, io un gioco così non lo faccio più!" protestò Francesco incrociando le braccia, guardandosi attorno: "Dove sei?!"
"Uff, che noiosi...eccomi qui!" rispose sbuffando, e comparendo davanti a loro appoggiato con una zampa al tronco di un albero.
"Salve."
"Ciao..."
"Trovato quello che cercavate?"
Lou sospirò: "Purtroppo no. Non abbiamo ancora trovato la ragazzina. Tu l'hai rivista?"
"Forse sì, forse no." ridacchiò: "Comunque, so che via ha preso."
"Ah no, non ricominciare..."
"Ricominciare cosa?"
I tre lo guardarono male. "Senti." esclamò Francesco: "Adesso smettila di giocare con noi! E' una cosa importante quella che stiamo cercando di fare, ok?!"
"Lo so...a volte i giochi possono essere seri, e a volte le cose serie possono essere giochi. E' anche per colpa di questo che voi state cercando la piccola Alice, del resto."
"Io...non capisco cosa stai dicendo. Ma comunque..." disse piano Lou con le mani congiunte: "Ti prego, per favore! E' molto importante che noi troviamo quella ragazzina Alice, o potrebbe succedere qualcosa di male a questo mondo oltre che a lei. Dicci dove si trova."
Lo Stregatto sospirò, e divenne invisibile.
"Ma..." cominciò la ragazza, prima di trovarselo sulla spalla.
"Visto che me lo chiedi così gentilmente..." disse accomodandosi: "Allora andiamo." e risaltò giù sempre invisibile, ma lasciando dietro di sé una scia di impronte.
I tre ragazzi sospirarono di sollievo, mettendosi una mano sul cuore che sentivano più leggero. "Vedete che era una buona idea?" chiese Nana a voce bassa, rivolta a Fra che sbuffò: "Te l'ho detto, è preoccupante che tu capisca come funzionano le cose qui!"
"Oh, dai...è un bene invece." rispose Lou alzando le spalle: "Almeno troveremo qualcosa."
"Seguitemi, ragazzi..." li richiamò lo Stregatto, facendo comparire il suo sorrisone. Lou annuì e fissò le impronte, stando bene attenta a seguirle mentre Jo e Fra si guardavano attorno in cerca di nemici nascosti, ma tutto il bosco taceva se non si contava la voce dello Stregatto che canticchiava.
Dopo alcuni minuti di camminata circospetta, Lou alzò gli occhi captando degli strani suoni.

C'era qualcuno che stava piangendo, lì intorno. E dalla voce...
"Bene, siamo arrivati." disse lo Stregatto, saltando su un albero.
"Graz..." mormorò piano Jo, prima di sentire anche lei i singhiozzi che avevano già richiamato Lou.
"E' lei?" mormorò.
"Penso di sì." rispose Fra contento, prima di sentire una voce di bambina dall'accento inglese che singhiozzava: "Oh Stregatto! Sei tu!"
"Chi ti aspettavi?" chiese il Gatto: "Il Bianconiglio?"
"Oh no, ne ho abbastanza di Conigli!"
"Alice?" la chiamò Lou timidamente, sporgendosi avanti dal tronco dell'albero. Davanti a loro era seduta una ragazza di circa dodici anni. Era piccola, bionda, con un viso innocente ora bagnato di lacrime e un po' arrossato sulle guance. Aveva due bei occhi azzurri, e indossava un vestitino azzurro con un piccolo grembiule e scarpe col cinturino.
"Sei tu Alice?" le chiese nuovamente la ragazza."Sì, io mi chiamo Alice." rispose lei asciugandosi il viso col dorso della mano: "Oh, meno male che ho trovato qualcuno alla fine!"
"Ehi, stai tranquilla!" cercò di calmarla Francesco porgendole un fazzoletto: "Io mi chiamo Francesco, loro due sono Jo e Lucrezia. Lo Stregatto ci ha portati da te."
"é vero, l'ho fatto." confermò lui con la testa.
"A...ah sì?"
"Sì ma...cosa succede, stavi piangendo?"
Lei singhiozzò, e nascose il viso nel fazzoletto ricominciando a piangere: "Sì, certo che piangevo! Voglio tornare a casa!" esclamò con forza: "Ma non riesco a trovare la mia via!"
"La tua via...?" chiese Jo perplessa, ma lo Stregatto sorrise: "Beh, è ovvio mia cara, tutte le strade qui sono della regina!"
"La Regina?" chiese Lou perplessa.
"Ma io non ho incontrato nessuna Regina." disse Alice asciugandosi il volto.
"No?" esclamò il gatto sgranando gli occhioni gialli. "Nemmeno voi?" chiese rivolto ai tre ragazzi, che scossero la testa.
"Oh beh, allora dovete per forza incontrarla! Sarà pazza di voi, pazza!" strillò con fare esaltato, battendo le zampe.
"Non penso sia una buona idea..."
"E' l'unico modo per tornare a casa, del resto..."
"Allora forse è una buona idea." acconsentì Jo: "Come arriviamo a questa regina?"
"Beh, ci sono tante vie, alcune di qui altre di là." rispose lui alzando le spalle (ma i gatti hanno le spalle? Boooh...): "Ma io...preferisco usare la via più breve."
E detto questo tirò con una zampa un ramo dell'albero su cui era accomodato, che lasciò spalancare il tronco scoprendo una via luminosa.
"Wow." disse Lou con voce ammirata, piegandosi per vedere cosa ci fosse attraverso insieme ad Alice.
All'interno di esso videro un bellissimo labirinto, perfettamente curato, che iniziava pochi passi dopo l'entrata, e dopo il quale c'era un castello bianco dalle forme arrotondate.
"Curioso." disse la bambina ormai completamente ripresa. "Sì, ma cosa facciamo con la reg..." cominciò Francesco, ma nemmeno il tempo che finisse la frase che il gatto era già scomparso senza aggiungere una parola.
"Penso che quel labirinto sia l'unica strada per arrivare al castello." osservò Lou con fare pragmatico. Alice alzò le spalle. "Beh, se è l'unico modo per trovare la strada di casa..."
"Se è l'unico modo..." ripetè Jo, seguendola e entrando con lei nel labirinto.
"Alice, ma come hai fatto a finire qui?" chiese Francesco una volta che furono all'interno del labirinto cercando una via che li portasse all'esterno.
"Beh, è una storia lunga..." rispose lei sospirando: "Stavo stud...beh, ascoltando mia sorella maggiore Anna che mi ripeteva la mia lezione di storia, quando per caso ho visto la cosa più strana che avessi mai visto."
"Spara..."
"Un coniglio bianco con panciotto che correva verso una tana! Io l'ho rincorso, ero troppo curiosa per non farlo...e poi sono caduta nella sua tana e mi sono ritrovata qui!" disse con voce leggermente strozzata: "All'inizio era bello, ma ora...no! Voglio solo tornare a casa." poi dopo un secondo di pausa sospirò. "E voi? Cosa ci fate qui?"
"Noi...siamo venuti a proteggerti." rispose Lou con un sorriso: "Abbiamo saputo che qualcuno vorrebbe rapirti."
"Rapirmi? Oh mio Dio...non lo sapevo..."
"Già, ma non preoccuparti. Ora ci siamo qui noi!" rispose la bionda cercando di calmarla, dal momento che le sembrava che quella bambina avesse la lacrima molto facile: "Siamo armati e bravi, anche se così a prima vista non sembra...non devi preoccuparti, ti daremo una mano a uscire da qui."
"Davvero? Oh grazie!" rispose Alice facendo un mezzo inchino: "Sapendo che ci siete voi mi sento più al sicuro."
"Questa bambina si fida un po' troppo in fretta..." commentò Jo, cercando di saltare abbastanza in alto per vedere dall'altra parte della siepe: "Urgh...Francesco, renditi utile!!"
"Come? Non ti serve un aiuto, ti serve una scala!"
"Ahah, molto divertente...vieni qui che ti faccio levitare!"
"Perché non lo fai su di te?"
"Perché non si può auto-farlo...e perché poi non sono tanto sicura del risultato." rispose lei, puntandogli contro lo scettro. "Aerora!"
"Cosa vorrebbe dire che...AAAARGH!" esclamò Francesco, cominciando a levitare a pochi centimetri dal suolo: "Aiuto! E ora? Io ti uccido!!"
"Muoviti! Nuota!" esclamò esasperata Jo, muovendo le braccia come se stesse nuotando a rana. "Rgh...mi sento un cretino!"
"E loro due, sono di queste parti?" chiese Alice a Lou, che scosse la testa. "So che sembra, ma no...sono due specie di guerrieri anche loro, o qualcosa del genere. Fra, cosa vedi?"
"Ci siamo quasi...vedo un giardino piccolo, ma è praticamente attaccato a questa siepe." rispose piano, prima che l'incantesimo sparisse e si ritrovasse con il sedere a terra. "Ahia!"
"UuUuh...fa' l'uomo!" lo riprese Jo alzando gli occhi al cielo, e rivolgendosi a Alice con fare tranquillo. "Non hai visto niente di strano e pericoloso qui in giro vero? Intendo dire...cose che hai avuto la sensazione volessero farti del male."
"No, niente del genere! Ma...devo preoccuparmi?"
"No no stai tranquilla, per carità divina..." rispose Lou scrollando la testa. Meglio non spaventarla! "Ma comunque stai sempre vicina a noi, e non andare mai per conto tuo, ok?"
"Ok." rispose lei con un sospiro di sollievo: "Meno male che vi ho incontrati..."
"Beh, aspetta prima di parlare..." mormorò piano Jo, entrando nel giardino.

THE QUEEN OF HEARTS

Finalmente dopo aver superato il labirinto, riuscirono a sbucare con grande sollievo nel giardino perfettamente pulito e curato che gli si era presentato davanti già da quando erano nel labirinto. Quando si lasciarono alle spalle le siepi che andavano a formare l'entrata, che era a forma di cuore, sentirono delle strani voci, che sussurravano e cantavano. "E questi chi saranno?" chiese Alice preoccupata: "Oh, sempre tutte a me capitano!"
"Non dirlo a noi..." rispose Fra alzando gli occhi al cielo, mentre Lou e Jo si sporgevano da dietro la siepe con circospezione.
"Ragazzi..." mormorarono: "Forse dovreste venire a vedere."
"Cosa?" chiese Francesco, avvicinandosi insieme a loro a coloro che cantavano.
Ovvero, delle carte alte almeno come lui, che stavano dipingendo alberi di rose bianche sparse per un campo da croquet.
"Carte da gioco?" mormorò piano il ragazzo spaesato.
"Cos'è, ti sorprendi ancora dopo tutto quello che hai visto?" chiese ironica Lou.
"Beh, ma la cosa sta diventanto sempre più strana!" sibilò Jo, prima che Alice si alzasse e andasse verso di loro: "Stanno dipingendo di rosso quelle rose...ma perché?" chiese, avvicinandosi velocemente.
"Alice! Aspetta!" sussurrò preoccupato Francesco, ma lei non lo ascoltò minimamente. "Quella bambina è fin troppo curiosa!" digrignò i denti, stringendo i pugni: "E ora?"
"E ora, lo seguiamo." rispose Jo, mentre Alice andava da un tre di picche e faceva un piccolo inchino.
"Mi scusi, signor Tre, ma perché state dipingendo queste rose?" chiese educatamente.
"Alice..."
"Oh, beh, signorina." rispose lui, lasciando cadere il pennello e facendo loro cenno di parlare piano: "Abbiamo accidentalmente piantato rose bianche al posto di quelle rosse."
"E se la Regina lo scopre." continuò un Dieci di fiori: "Ci taglierà la testa!"
"La testa!" confermò un due di cuori, facendo segno con il pennello e sporcandosi il collo.
"Oh, ma è terribile!" disse Alice sorpresa: "Forse è meglio che vi aiutiamo!"
"Come aiutiamo, ma Alic..." cominciò Francesco, prima di ritrovarsi con un pennello in mano e il polso rosso brillante. "Forse è veramente meglio!" disse Lou: "Prima che venga in mente di tagliare la testa anche a noi!"
"Argh!" esclamò Jo subito, terrorizzata al solo pensare della sua testa divisa dal resto del corpo: "Datemi un pennello, e cerchiamo di sbrigarci!"
"Oh, siete così gentili!" esclamò sorpreso il Dieci di Fiori, senza perdere il tono nervoso nella sua voce, poco prima che si sentisse dalle spalle dei presenti nel giardino uno squillar di trombe e il rumore di passi
affrettati, che sia Alice sia i tre ragazzi riconobbero.

"Il Bianconiglio!" sorrise Alice nel vederlo. Era proprio lui, che correva nello stesso modo affrettato in cui l'avevano lasciato qualche ora prima. "Ma non si stanca mai?" pensò Jo perplessa, mentre quello si bloccava un momento davanti a loro, guardando le rose rimaste ancora bianche con viso preoccupato, ma prima che potesse dire qualcosa (qualsiasi cosa) fu anticipato dal rumore di una marcia, e dall'arrivo di carte divise perfettamente in otto file, due per ogni seme.
"Ma che...?" cominciò Alice guardando le carte lì con loro, che sobbalzarono. "La Regina! La Regina!" e subito si misero in fila ordinata, uno vicino all'altro, guardandosi ben di stare vicino alle rose.
"E noi?!" chiese Alice preoccupatissima, guardando i tre ragazzi che cercarono di calmarla. "Sono certo che la Regina non ci dirà niente." sussurrò piano Francesco mettendole una mano sulla spalla.
"Ecco a voi..." cominciò a annunciare il Bianconiglio, senza più fiato in corpo: "Sua Altezza Reale...Sua Altissima Eccellenza...La Regina di Cuori!"E nel giardino arrivò dietro le carte una donna corpulenta, coi capelli scuri raccolti in uno chignon sopra la testa sopra il quale c'era una coroncina d'oro e il viso paffuto, quasi maschile. Indossava un abito che - pensò Jo squadrandolo - se fosse stato indossato da una persona di corporatura media sarebbe stato bello, nero e rosso con un gran colletto bianco che arrivava a toccarle la punta delle orecchie, ma su di lei faceva una pessima figura. Eppure lei aveva un gran sorriso sul viso, e al suo passaggio tutte le carte sorrisero e applaudirono.
"E' questa la cosa a per cui il Bianconiglio era terribilmente in ritardo?" chiese piano Alice.
"Penso di sì..." rispose Lou annuendo con il capo.
"Per una partita di golf, o croquet o cose del genere?" sibilò incredula Jo, decidendo che non le piaceva per niente quella signora.
"La Regina è sempre la Regina!" sentenziò Francesco alzando le spalle, proprio mentre la donna perdeva il suo sorriso di colpo, che si trasformò in una smorfia sorpresa. Della rabbia si mostrò nei suoi lineamenti, e si
avvicinò a uno degli alberi di rose.

"Oh-oh..." I quattro guardarono la rosa che lei stava osservando, e lanciarono mentalmente un'imprecazione.
Delle rose stavano ancora palesemente sgocciolando pittura rossa, non del tutto asciutte, e lei le aveva notate. Ne toccò una con la punta del dito, che subito si sporcò al primo tocco.

"Chi ha dipinto le mie rose di rosso?" sibilò, con voce inizialmente controllata. Ma quando non ci fu risposta si voltò e urlò "CHI HA DIPINTO LE MIE ROSE DI ROSSO?!"
Tutti i presenti sobblazarono, e i giardinieri tremarono di paura nel sentirla urlare. Uno di loro, più tremante degli altri, si gettò in ginocchio: "Oh, sua maestà non è colpa mia, è stato lui!"
"No, è stato lui!"
"No, lui!"
"Lui!"
"BASTA COSì!!" tuonò la donna senza ascoltarli: "TAGLIATEGLI LA TESTA!"
L'esercito intero applaudì a quell'affermazione, e una delle carte venne portata via.
"Oh no!" mormorò Jo preoccupata, insieme a Alice: "Dobbiamo fermarla."
"Cosa? NO!" esclamò Francesco preoccupato, provando a bloccare le due ragazze senza successo. Stava ancora cercando di formulare il divieto che Jo si era precipitata davanti alla Regina esclamando: "La prego
signora Regina, non li condanni stavano solo cercando di..."

"E questi chi sono?!" chiese la Regina, notandoli per la prima volta. Poi quando si accorse bene "Oh..." disse con voce dolce: "Sono dei ragazzini..."
"Eh, sì signora..." annuì Lou torturandosi i ciondoli portafortuna senza guardare la donna in volto: "Noi...volevamo..."
"Guarda davanti a te!" la ammonì la donna: "Parla più forte! E NON TORTURARE QUELLA COLLANA CON LE DITA!"Subito Lou nascose le mani dietro la schiena, nervosa. Bene, ora è ufficiale, pensò...quella donna le faceva una gran paura!
"Veramente, maestà, volevamo chiedere..." cominciò Jo, ma prima che potesse finire fu nuovamente interrotta: "E tu, come diavolo sei conciata? Dritta con la schiena, alta la testa!"
"Ehi, ma un attimo...noi..." cominciò la ragazza alterata da tutte quelle critiche, ma Francesco la prese per un braccio e la costrinse a inchinarsi insieme a lui: "Se non lo fa lei, te la taglio io la testa!" le sibilò: "Vuoi stare almeno un po' buona?!"
"Beh, scusa, questa qua critica anche più di te!" rispose lei a voce bassissima, rialzando il viso con un sorriso imitata dall'amico, che fece calmare la Regina. "Bene, miei cari..." disse piano: "E ora, potete dirmi cosa ci fate qui?"
"Beh, ecco." cominciò Alice: "Io stavo cercando la mia strada..."
"LA MIA STRADA?!?!?" gridò nuovamente la Regina, diventando rossa come il vestito: "TUTTE LE STRADE QUI SONO MIE!!!"Lo gridò talmente forte che per poco Alice non cadde all'indietro per lo spavento. Al che Lou decise di intervenire, frapponendosi tra la bimba e la Regina: "Ci perdoni, sua Maestà." disse con un perfetto inchino:
"Ma vede, siamo stranieri in questo mondo e non sappiamo come comportarci in sua presenza."

"TAGLIATELE LA TESTA!" urlò senza senso la Regina, indicandola con il dito. Lou sentì il cuore che le si bloccava per almeno tre secondi nel petto, e spalancò gli occhi spaventata.
"Ah no, questo no!" disse Francesco impugnando lo scudo.
"La prego, la perdoni sua Maestà!" disse Jo scrollando il capo: "Lei non intendeva dire niente di male, e in effetti non l'ha detto!"
"Beh, per prima cosa, voi quattro siete nel mio giardino e non siete stati invitati!" disse la Regina mettendo i pugni sui fianchi.
"Ma vostra Maestà, noi volevamo domandarvi se..."
"IO FACCIO LE DOMANDE, QUI!" Tutti e quattro i ragazzi si zittirono, e lei sorrise dolcemente.
"Sapete giocare a croquet?" chiese con fare gentile. I tre ragazzi stranieri si guardarono l'un l'altro, e poi guardarono Alice
"Certo che so giocare a croquet!" disse per grazia divina la ragazzina, annuendo con la testa.
"E allora CHE INIZI IL GIOCO!" urlò felice la donna, e tutte le carte intorno a lei applaudirono e annuirono con fare eccitato mentre si allontanava con la mano di Alice nella sua.
"Ho ancora il cuore che mi batte all'impazzata!" disse Lou mettendosi una mano sul petto, sentendola tremare: "Non sono mai stata tanto spaventata da una persona, prima."
"Beh, ci credo, voleva tagliarti la testa!" disse Jo seguendo le carte, che si stavano posizionando in modo da formare un campo da croquet di cui loro erano gli archi sotto cui sarebbe dovuta passare la palla.
"E ora come diavolo sarà questo gioco?!" chiese Francesco disperato: "Voglio solo andarmene via da qui, io!"
"Non possiamo lasciare Alice qui, ma ti pare?" lo rirpese Lou, mentre venivano distribuite le mazze e le palline.
"Oh, guarda che strano! Le mazze sono a forma di pellicano e le palle sono..." si bloccò e si aggiustò gli occhiali sul naso: "Un momento, ma le mazze SONO pellicani e le palle sono porcospini?"

"Poveri animali!" pensò Jo, mentre Alice prendeva un pellicano rosa tra le mani che si agitava pericolosamente. Per prima avrebbe dovuto tirare la Regina. Prese un povero porcospino fucsia e lo mise davanti a sé, mentre gli applausi per lei si spegnevano lentamente. Tutto taceva, a eccezione del pellicano di Alice che non sembrava intenzionato a stare calmo. Scalciava e faceva versi tra le sue mani, tanto che la Regina si voltò e urlò "SILEEEENZIOO!!!"
Finalmente Alice riuscì a bloccare l'uccello, sotto lo sguardo ansioso dei tre ragazzi che la controllavano dalle tribune. Se l'avesse disturbata ancora, avrebbe tagliato loro la testa, se non avesse fatto una buona partita avrebbe tagliato loro la testa, se avesse vinto contro di lei...
c'erano in effetti molti più modi di perdere la testa che di salvarsela!!Quando tutto fu tranquillo, la Regina riprese a mirare e far ondeggiare leggermente la mazza-fenicottero. Poi finalmente decise che era la mira giusta, e lasciò partire la palla con colpo sicuro.
Mancò di almeno mezzo metro la giusta via.
Jo si sentì morire, nel vedere quella pallina che zigzagava di qua e di là. Ma per fortuna le carte, anche più spaventate dei tre ragazzi alla possibilità che potesse perdere, si lanciarono in modo da andare a far centrare alla pallina-porcospino il percorso, che cambiò radicalmente. Per fortuna la Regina non vide niente di ciò, perché aveva chiuso gli occhi e incrociato le dita. Quando li riaprì, vide solo il percorso fatto dal porcospino, e realizzò di aver fatto un sacco di punti. A quel punto tutti applaudirono, anche i tre ragazzi pur lanciando un'occhiata di scusa ad Alice quando la Regina si voltò andando vicino alla siepe per il suo secondo lancio.
"Stregatto!"
Lou si coprì la bocca con la mano, lasciandosi scappare l'esclamazione alla vista di una coda rosa sul sedere della Regina.
"Oh, salve." disse lui, comparendo del tutto: "Come va'? Vi state divertendo?"
"Non molto." rispose Alice scuotendo la testa.
"Cosa, scusa?"
"Ho detto: 'non molto'!"
"CON CHI STAI PARLANDO?!" gridò la Regina voltandosi, e lo Stregatto scomparve e la testa riapparì sulla spalla della Regina.
"Stiamo parlando con lo Stregatto, Maestà." rispose Jo semplicemente, senza vederci niente di male (grave errore)
La donna si voltò, ma prima che potesse notarlo il gatto divenne trasparente. Ricomparve dietro di lei, in modo da non essere visto.
"DOVE?!" chiese la Regina rivolta a Jo, che fece una specie di piccolo inchino. "lì." disse indicandolo con il dito.
"Vi avverto, ragazzini, se io perdo la calma...VOI PERDETE LA TESTA, E' CHIARO?!"
Nessuno dei presenti fiatò, e la cosa venne presa come capita. La Regina si voltò, preparandosi di nuovo al lancio, e quando lo fece lo Stregatto riapparve ancora.
"Stai fermo! Non metterci nei guai, non ce ne servono altri!" lo ammonì Francesco.
"Oh, e perché, mio amico?" chiese lui perplesso: "Non pensate che la cosa sarebbe più divertente se la facessimo davvero arrbbiare?"
"No, no!" esclamò Lou scuotendo la testa: "Non farlo!"
Ma ovviamente lo Stregatto non fece nemmeno finta di ascoltarla. Prese il becco del pellicano, e lo tirò in modo da farlo andare sotto il vestito della Regina.
"Stregatto!" urlò di nuovo Jo, ma era troppo tardi. Scomparve, e la Regina cadde a gambe all'aria battendo il viso contro l'erba del giardino e facendo svolazzare la gonna, mettendo ben in mostra un paio di mutandoni bianchi a cuori che riuscirono quasi a minare l'eterosessualità dei maschi presenti.
"Oh no!" esclamò Alice disperata.
Per cercare di coprire le mutande della Regina, molte carte si misero attorno a lei a coprirla, ma senza riuscire a contenere la rabbia che si poteva sentire chiaramente nell'aria. Quando riapparve la faccia della Regina era rossa come mai.
"Qualcuno per questo perderà la testa...." mormorò, prima di esplodere completamente e riapparire. "VOI!" urlò puntando i tre ragazzi e Alice, che si era rifugiata vicino a loro, con voce talmente tonante che tutti e quattro caddero a terra.
"Adesso dobbiamo scappare!" propose Lou preparandosi a correre (anche se non sapeva dove, ma era cosa secondaria vista la situazione), ma riuscirono appena a mettersi d'accordo che riapparve nuovamente lo Stregatto, sulla testa della regina.
Si abbassò e sussrrò al suo orecchio: "Perché invece non si può fare un processo regolare?"
E poi scomparve, mentre la Regina stava ancora urlando "TAGLIATE LE TES...un processo?!" ripeté, come se fosse un'idea sua: "Che magnifica idea. SI DIA INIZIO AL PROCESSO!"
"Un processo?!" esclamarono insieme i tre ragazzi preoccupati.

lunedì 19 maggio 2008

messaggio SMS

Sai una cosa? Quello che mi ha detto da un po' fastidio perché quella ragazza adesso avrà una brutta idea di me. Ma almeno se ripensandoci mi sento triste mi giro e ho Francesco che che mi tira su, anche se magari per farlo ricorre a mosse di wrestling, ho la Lou che mi abbraccia e la Anna che mi consola senza che ci sia nemmeno bisogno di dirglielo. Ho te che sei come una sorella per me e la Founi che è sempre accanto a me a confortarmi. E se mi giro c'è la Ivy che è con me è dolcissima come una mamma e la Ileana che dice sempre di non saper consolare le persone ma alla fine è sempre lì per tutti, la Laura che con un "JoOoOo" ti abbraccia e ti fa' star bene senza bisogno di nient'altro e la Bianca che se la situazione è veramente tragica ci ficca dentro un imprecazione con un bel "cave" e una risata delle sue e ci tira su tutti di morale. Forse alla fine posso tirare avanti pure se una idiota mi dice che sono veramente stronza e non vede l'ora che mi tolga dalle balle!

[piccolo messaggio alla Ale, mandato oggi sul pulman. Alle volte, mi stupisco di ciò che scrivo di getto]

venerdì 16 maggio 2008

Per non dimenticare mai!

Un pensiero mi martella la mente...
se solo poteste vedere come sono acconciata adesso...
per la prima volta sono proprio carina (parlando dei capelli, ovviamente!)
Dalle deliranti conversazioni mie e di Lucrezia (Ludovica)...

Io: No dai se ti do un pacchetto di Gocciole tu lo porti a Francesco?
Lou: Certo...come no!
Io: Oggi ho comprato le Gocciole Extra Dark!

Lou: Francesco abbronzato...
Io: Già! Poi ci sono le Gocciole al caffé, Francesco agitato...le Gocciole al cappuccino, Francesco dolce...
Lou: No, Francesco puccioso...(L)
Io: Già...poi le Gocciole nel latte, Francesco bagnato...

Che si è trasformato in...

Io [dopo un po']: E poi Francesco nel latte! No...le Gocciole nel latte!!!

Ah, e sempre per non farvi dimenticare...
LUCREZIA si sposerà per prima, e non arriverà casta al matrimonio...FRANCESCO si sposerà per secondo, e avrriverà come Comini vorrebbe al matrimonio...e ILEANA si sposerà per terza, e non arriverà casta al matrimonio!
Ovviamente tutti i vestiti verranno fatti da me!
Remember!!! Qui lo dico qui lo confermo!

XXX
Mrs.Lovett!

venerdì 9 maggio 2008

I primi due capitoli!

Alla fine l'ho messa! I due primi capitoli, se così si possono chiamare!
Purtroppo non ha ancora un inizio, ma arriverà presto...comunque la storia è abbastanza intuitiva, come potrete notare!

Enjoy!

"WaAaAah!!!"
Lou chiuse gli occhi, appiggliandosi alla sua spada, che aveva prontamente conficcato in una parete del pozzo con una forza che non si immaginava di avere, in quel momento. Sentì un forte peso sulle gambe, come uno strattone per tirarla ancora più giù, poi un urlo e poi un altro peso, ancora più grave del primo.
"Mann...Fra? Jo?" chiamò a vuoto, sbattendo gli occhi per cercare di mettere a fuoco ciò che c'era intorno a lei e arricciando il naso per non far cadere gli occhiali.
"Lou!"
"Fra!"
"Lou sei tu che sei attaccata?"
"Sì, ma chi mi sta tirando giù la cintura?!"
"Io...scusami ma eri l'unico appiglio! E' colpa di Jo che si è attaccata a me!"
"Ah, beh, bella! Che dovevo fare, lasciarmi cadere?"
"Smettetela di litigare voi due!" gli urlò contro, prima che al ragazzo venisse in mente di rispondere veramente quello che pensava e la cosa si protraesse senza fine: "O vi lascio cadere! Jo fai un po' di luce piuttosto!"
Sentì la compagna borbottare qualcosa, ma non ci badò più di tanto, dato che aveva ben altro a cui pensare che non fossero le sue lamentele... "Light." disse la più piccola agitando lo scettro.
Una luce rossa illuminò debolmente il pozzo, che si rivelò avere le pareti perfettamente decorate da quadri e lampade, alcune sottosopra, altre storte, in compenso nessuna dritta.

"Ma che razza di posto...wow!" esclamò Francesco spostando la spalla, sfiorato da un divano giallo che fluttuava nell'aria. "Questo...cos'è?"
"Ne abbiamo di simili nel mio mondo...si chiamano...divani."
"JO VUOI MORIRE? TI MOLLO SUL SERIO!!"
"Scusa scusa! Che dite..." chiese la ragazza allungando una gamba e dandogli un colpettino: "Ci regge?"
"Non lo so...ma sempre meglio che rimanere qui a penzolare." rispose Lou risoluta afferrando un bracciolo del divano e bloccandolo, il tempo appena sufficiente per saltarci sopra: "Oplà!"
Sotto il loro peso sembrò avere un piccolo vuoto d'aria, e cominciò a scendere lentamente mentre oggetti di ogni tipo galleggiavano dall'alto verso il basso: Sedie, telefoni, libri... "Questo è assurdo." disse Francesco allungando una mano per toccare un candelabro: "Beh...almeno
atterreremo comodamente."

"Chissà dove, però." concluse Jo cinica, qualche secondo prima di sentire una superficie solida sotto i piedi.
"Penso siamo arrivati al capolinea."
Si alzarono, e le luci intorno a loro si accesero automaticamente, scoprendo la stanza: era a forma di cupola, circolare, col pavimento a scacchi viola e rosa e le pareti rosa scuro. Davanti a loro, poi, continuava in un corridoio.
"Sembra l'entrata di una casa..." disse Francesco pensoso, prima di venire urtato da qualcosa.
Anzi, da qualcuno..."Ma...oh!" esclamò voltandosi.

"Ohi ohi è tardi, è tardi! E' troppo tardi!"
"Tardi...ma cos...?!" chiese sbarrando gli occhi nel vedere chi fosse stato a urtarlo. Infatti abbassando lo sguardo scoprì che era un coniglio bianco, vestito in abiti ottocenteschi, con un panciotto bianco e giacca rossa e pantaloni neri. Era piccolo (tanto che a Jo arrivava solo al
ginocchio) e grassoccio, e reggeva in mano un grosso orologio a cipollotto rotondo che stava fissando con occhietti preoccupati.

"Ehi! Aspetta!" cercò di fermarlo Lucrezia, correndogli dietro per avere qualche informazione: "Scusa, noi sia..."
"Non ho tempo per voi! Non ho tempo!" rispose lui senza nemmeno guardarli: "E' tardi è tardi, sono già nei guai!"
"Ma...!" provò nuovamente a fermarlo, ma capì che non c'era modo. Sembrava veramente troppo di fretta, tanto che era già scomparso nel corridoio prima che potesse dire qualsiasi cosa.
Guardò i due compagni: "Che facciamo?!" chiese.
"Lo seguiamo, ovviamente!" rispose Jo con tono ovvio, seguendo il coniglio. I due rimanenti si fissarono, annuirono con la testa entrambi, e la seguirono, con spada (Lou) e scudo (Francesco) in mano pronti all'uso.
"Allora?!" chiesero notando che la compagna si era fermata improvvisamente: "Dov'è il coniglio?"
"Non...non c'è più..." rispose Jo meravigliata, guardandosi attorno con le sopracciglia agrottate: "Che strano...era qui un momento fa!" continuò indicando il muro davanti a loro: "Ma non può essere passato di qui, non c'è niente!"
"E lì, invece?" chiese Fra, indicando alla sua destra dove c'era una porta blu chiusa: "Potrebbe essere andato di lì."
"Come avrebbe fatto ad aprirla? Non è abbastanza alto, problema che io conosco bene!" gli ricordò Jo, avvicinandosi comunque alla porta e toccando appena la maniglia. "Che faccio?" chiese: "La apro?" e poi senza aspettare una risposta girò la maniglia, dando un colpetto col
piede alla porta e estraendo lo scettro pronta a colpire qualsiasi cosa di pericoloso ci fosse dietro.

Ma, con grande sorpresa dei tre, non si trovarono davanti altro che una seconda porta, più piccola della prima e di colore più chiaro.
Jo la fissò un secondo perplessa, poi si rivolse a Lou. "Beh?"
"E apri anche quella, tanto oramai siamo qua..." rispose l'amica allargando le braccia con un sospiro, prevedendo che non ci sarebbe stato niente di buono, o meglio, niente e basta. Infatti dietro la seconda porta ne trovarono una terza, e poi una quarta e poi una quinta, una più
piccola dell'altra.

"Ma che roba è questa?! Adesso mi comincio a scocciare!" esclamò Francesco sbattendo lo scudo con fare impaziente: "Non abbiamo tempo per questi giochi!"
"Sta' calmo Fra...prima o poi dovranno finire!" sorrise Jo, che sembrava trovare la cosa alquanto divertente.
"Ah beh, prima o poi..." ripeté Fra per niente convinto, incrociando le braccia: "Più prima o più poi?"
"Non l'ho mica deciso io che ce ne fossero così tante!" gli ricordo lei, mettendosi in ginocchio per aprire la sesta, di colore fucsia: "Ma stiamo sicuramente arrivando alla fine!"
"Come fai a saperlo?"
"Perché altrimenti non sarebbe potuto passare il coniglio, no?" chiese con tono ovvio Lou, mettendosi anche lei a gattoni e seguendo l'amica che stava avanzando a fatica: "Jo, però muoviti, non sono in una bella posizione!"
"Mi dispiace, ma è troppo piccolo...non riesco a muovermi bene..." si scusò, mentre anche il ragazzo si abbassava per entrare attraverso la porticina: "Comunque, vedo qualcosa?"
"Cosa? Se è una luce bianca, torniamo indietro!"
"Ah-ah, spiritoso...no, non c'è una luce mi sembra...una specie di bosco buio!"
"Bosco buio?"
"Sì, proprio così..." rispose, prima di lasciarsi scappare un gemito: "Ecco, ce l'ho fatta, sono fuori!"
"Finalmente....non speravo più finiss..." cominciò Fra quando riuscì a rialzarsi: "Siamo di nuovo all'aria aper..." ma prima di finire la frase serrò le labbra, cercando di mantenere la calma allo spettacolo che gli
si parava davanti.

Infatti il bosco in cui erano sbucati era attraversato da una strada, che si biforcava in due direzioni e al centro della quale erano stati messi dei cartelli che indicavano ogni direzione, ma con scritte cose tipo "Di qui" "Di là" "Sopra" "Sotto" "Questa via" "Quell'altra."
Cosa, a dire del ragazzo, decisamente irritante.
"Bene." sibilò: "E ora come troviamo la ragazzina?"
"Lo chiedi a me?" chiese sarcastica Lucrezia, esaminando i cartelli uno a uno cercandone almeno qualcuno che potesse avere una parvenza di utilità. Fatica inutile: su nessuno erano indicate informazioni di alcun tipo.
"Che razza di mond..." cominciò Jo incrociando le braccia al petto, prima di sentire uno strano odore salirle alle narici. "Ehi..." chiamò gli altri: "Non sentite una strana puzza?"
"Puzza? Che tipo di puzza?" chiese Fra guardandosi attorno, per capire da dove poteva provenire una fantomatica "puzza" lì intorno.
"Non so...sembra tabacco. " rispose la ragazzina annusando l'aria: "Anzi, sembra quasi hashish..."
"Addirittura?" sorrise Francesco: "Come mai sei così esperta?"
"Appena torniamo sulla nave subirai le mie più terribili torture se non la smetti di dire cavolate! Ma comunque..." si fece aria con la mano: "Ha un odore terribile. Da dove viene?"
"Dallo stesso posto da cui vengono quelle, immagino." rispose Lou, indicando con il mento del fumo che aveva la forma di lettere dell'alfabeto. A, E, I, O, U, ognuna di un colore diverso. Provò
a toccarne una, per vedere come fosse stata fatta una cosa così strana, ma quella si dissolse facendola starnutire.

"Aa...chooo!"
"Salute!"
"Grazie...beh, abbiamo appurato che anche queste sono di tabacco, o hashish, o qualunque cosa sia, anche se strane e colorate. Qualcuno le deve per forza star fumando, e non deve essere lontano."
"Intuizione geniale, Hastings, ma non vedo come potrebbe tornarci utile."
"beh, potrebbe saperne qualcosa sulla bambina o ragazza che cerchiamo...da quello che ho sentito, la voce mi sembrava quella di una bambina." rispose Lou, ricordando il sogno fatto la sera
prima: "Anche se non ho potuto vederla. Comunque sia, forse questo fumatore potrebbe tornarci utile."

Fra e Jo ci pensarono su. In effetti, era la cosa più logica da fare, piuttosto che rimanere fermi lì all'incrocio senza sapere dove dovessero andare. Camminarono lentamente con circospezione, prendendo la via a sinistra indicata dalla compagna, fino a trovare con loro grande stupore una grossa farfalla blu, seduta su un fungo enorme. Stava fumando da un narghilé e borbottando da sola finché non li notò, nonostante i tre non sapessero cosa fare (non sapevano nemmeno se sapeva parlare la loro lingua o no, del resto.)
"Ehm...salve!" disse Jo con un sorriso forzato, salutandola con la mano: "Lei...parla?"
"Se io ero lei ti avevo già mandato in un posto poco carino..." borbottò Fra guardandola sott'occhi, mentre la farfalla dava un gran tiro e sbuffava.
"Chi...siete...voi...?" chiese, e una C, una S e una V uscirono dal bocchino finendo proprio in faccia a Lou, che provò a ignorare in fumo per quanto le era possibile."Siamo stranieri...stiamo cercando una persona." spiegò, trattenendo il respiro: "Per caso qualcuno è passato di qui?"
"Qualcuno...a parte....voi?" e una V svolazzò alle narici della bionda, che non riuscì a trattenersi dal tossire: "A parte noi...cough...non potrebbe smettere un secondo di fumare?"
"Non si chiede di smettere di fumare al brucaliffo." fu la risposta indignata della farfalla, che spostò il viso in modo da dar loro le spalle. "Così non risolviamo niente." sussurrò Francesco con un sospiro.
"Ci scusi, signor Brucaliffo." disse Jo bloccando il compagno: "Ma vede..."
"Non vedo...niente." la interruppe lo strano personaggio: "Ma comunque...è passata una ragazzina di qui, poco fa."
"Una ragazzina?" chiese la mora, rivolgendosi a Lou: "Una ragazzina potrebbe essere la descrizione della tipa che hai sognato? La voce poteva essere?"
"Sì, anzi, lo era di sicuro!" annuì l'amica contenta che le cose finalmente cominciassero a girare nel verso giusto per loro: "Scusi, signore, saprebbe dirci da che parte è andata?"
"Non...saprei....ha continuato per di qua." rispose con fare noncurante: "Comunque...chi siete...voi...?"
Tutt'e tre tossirono per la puzza, e poi Fra sospirò. "Non...non importa, signore."
"Bene." rispose quello, e poi si alzò in volo dal fungo lasciandoli di nuovo soli.
"Questa." affermò Lou con decisione: "E' sicuramente la cosa più strana che io abbia mai visto." guardò Jo: "Beh a parte il contenuto della tua valigia..."
"Grazie eh..." rispose lei sarcastica, facendo una smorfia: "Comunque...sì, era un personaggio alquanto strano."
"Oh, siamo tutti strani qui!" esclamò una voce sconosciuta, proveniente dagli alberi.
"Cosa?!" chiese Francesco voltandosi: "Chi ha parlato?!"
"Oh bella, io ho parlato!" rispose la voce accompagnata da una risatina divertita: "Su...qui sopra!"
I tre ragazzi scrutarono tra i rami dell'albero più vicino, cercando qualcosa che potesse aver parlato. Ma l'unica cosa che si vedeva era...qualcosa che assomigliava vagamente a un sorriso smagliante, curvato, che galleggiava sul ramo più grosso.
"Sei...tu?" gli chiese cauta Lou, e il sorriso annuì. "Bravi...oh, scusatemi, solo un secondo per favore."
E due occhi furbi apparvero, insieme a un muso e al resto del corpo per rivelare ciò che fosse veramente.
"E' un gatto." disse Jo sorpresa.
"No, uno stre-gatto." la corresse Francesco.
"Esatto, mio caro." annuì quello, senza smettere di sorridere. Era un gatto grasso, tozzo, con una coda così lunga e soffice da sembrare un cuscino e il pelo a strisce rosa e viola dalla testa alle zampe posteriori. Li fissò con il solito sorrisone e chiese "Allora...state cercando quella ragazza, Alice?"
"Alice." ripeté Jo interessata: "E' il suo nome?"
"Il nome di chi?"
"Della ragazza."
"Quale ragazza?"
"Quella che..." insistette provando a spiegarsi, ma alla fine si bloccò. "Scusa." disse: "Ma mi stai prendendo per i fondelli?"
Quello non rispose. Anzi, prese la propria testa, la staccò dal resto del corpo e la poggiò sul ramo mettendosi poi in equilibrio su di essa.
"Lo prendo per un sì." rispose Fra soffocando una risata. "Vedo." rispose seccata Jo, mentre l'animale allungava le zampe ondeggiando.
"Sapete stare sulla vostra testa?" chiese loro.
"No, signore." rispose Lou alzando gli occhi al cielo.
"Beh, certo." lo Stregatto riprese la propria testa e la rimise sul corpo sistemandola per bene: "Comunque, se volete veramente trovarla, dovreste chiedere a altri se hanno visto che via ha preso."
"Altri come, per esempio..." lo incitò Francesco cominciando a trovarlo altamente antipatico.
"Beh rispose il gatto: "Io lo chiederei al Cappellaio matto." e indicò una via che portava in un boschetto fitto: "Abita dopo quel bosco là."
"Cappellaio MATTO?" ripeté Lou preoccupata: "Hm...no grazie, Non penso sia il caso."
"Allora potreste provare dal Leprotto Bisestile. Ma vi devo avvertire..." si picchettò la testa: "E' un po' matto anche lui."
Francesco sospirò. "Beh, non si potrebbe andare da qualcuno che non è matto?"
"Penso proprio di no. Qui sono tutti matti. Io sono matto. Voi siete matti."
"Solo lei..." precisò Francesco indicando Jo. "EHI!"
"Lo vedo. Anche se in verità non dovrei perché in effetti...io non sono nemmeno qui." e scomparve, con una risata e canticchiando allegramente.
Quando fu totalmente scomparso, Lou si scrocchiò le dita. "Beh, ora sappiamo che forse Alice o come si chiama è passata per la casa del Cappellaio Matto, per cui..."
"Un momento! Ti fidi di quello?" chiese Francesco sorpreso.
"No, nemmeno un po'. Però è l'unica informazione che abbiamo, e questo posto non mi sembra pericoloso, quindi tanto vale tentare."
"Lou ha ragione. Per quel che sappiamo." annuì Nana, mettendosi lo scettro sulle spalle in orizzontale: "Farfalle che fumano, gatti che scompaiono, cappellai matti...ma poi a me la terapia
chi la paga?"


A MAD TEA PARTY

Dopo l'incontro con lo Stregatto, i tre ragazzi continuarono a camminare lungo la strada buia per una quindicina di minuti, cercando di non fermarsi a osservare gli strani animali (se così potevano essere chiamati) che ci circondavano, nonostante la curiosità che li divorava, specialmente le due ragazze.
"Dobbiamo sbrigarci!" sbuffava Francesco ogni volta che una di loro faceva cenno di aspettare un secondo per guardare questo o quell'essere strano che non avevano mai visto o immaginato in vita loro: "Non possiamo permetterci di perdere nemmeno un secondo. Se Lou aveva ragione, e probabilmente l'aveva..." precisò subito vedendo l'occhiata che la ragazza gli stava scoccando.
"Cos'è, adesso metti anche in dubbio le mie capacità?" chiese con fare sarcastico.

"Scusa, scusa...comunque, potrebbe esserci una ragazzina in pericolo, e non sappiamo nemmeno dove sia!"
"Ma sì, per un secondo..." sospirò Jo, chinandosi per toccare quello che sembrava una specie di fenicottero ma che al minimo tocco delle sue dita si aprì come un ombrello ringhiandole contro, e volando via."Ehi!" esclamò guardandolo male: "Che permaloso..."
"Se tu non toppicassi dappertutto!" sospirò Fra, scrollando la testa. Lou alzò gli occhi al cielo, pensando a quanto fossero infantili tra tutti e due, prima di vedere finalmente un po' di luce davanti a loro. Si guardò attorno: il bosco era quasi finito, gli alberi si diradavano man mano che
avanzavano, lasciando così che la via si illuminasse a vista d'occhio.

"Oh, finalmente! Dovremmo essere vicini alla casa che ci ha detto lo Stregatto." disse Jo contenta di vedere finalmente un po' di sole: "Qui ci diranno qualcosa in più su questa fantomatica Alice, o come si chiama."
"Mah, speriamo..." sospirò l'amica, poco incline a credere a quel gatto... "Avrebbe potuto anche mandarci completamente fuori strada solo per divertimento, e essere qui in giro a gustarsi la scenetta di noi persi in un mondo sconosciuto."
"Dici? Beh...in effetti..."
Eppure, nonostante la poca fiducia, trovarono effettivamente davanti a loro una casetta che avrebbe potuto essere quella di questo "cappellaio matto", alla vista della quale tutti e tre provarono un grandissimo sollievo. Allora infondo quel gatto non era poi così cattivo...
"Deve per forza essere quella." disse infatti Lou indicandola ai propri compagni: "O comunque, possiamo chiedere alle persone che ci abitano."
"Ma...sei sicura? Entrare in una casa che non conosciamo..." chiese Francesco grattandosi il mento, ma Jo scosse la testa. "Per quanto strani, non le persone che abbiamo incontrato fino ad adesso non erano cattive...al massimo erano un po'matte. E poi, guarda com'è carina!" aggiunse con un sorriso indicando un giardinetto delimitato da una siepe
perfettamente tagliata che le arrivava al petto. Dietro di essa c'era un giardino ben curato, con ogni tipo di fiore, tutti dall'aspetto sgargiante al centro del quale si trovava un lunghissimo tavolo rosa scuro. Attorno ad esso c'erano differenti tipi di sedie e poltrone di ogni misura, colore e
forma, e sopra una cinquantina o anche più teiere di ogni forma. Nonstante l'esagerato numero di sedie però solo due era occupate: una da un piccolo ometto con un enorme cilindro verde in testa e un leprotto con una strana faccia da pazzo. Entrambi erano vestiti da gentiluomini inglesi, e stavano cantando una strana canzoncina tenendo come
ritmo il fischiettio delle teiere.A quella vista Jo spalancò gli occhi con un sorrisone, poi si girò verso Francesco e aprì la bocca, ma prima che potesse parlare lui le mise un dito sulle labbra in verticale. "No!" esclamò con fare deciso

"Ma se non sai nemmeno quel che ti voleva chiedere!" protestò Lou cercando di difendere l'amica.
Lui la guardò con una smorfia, e rise: "Eheh, tu pensi...I know my chickens!"

"I know...cosa?"
"Beh lascia stare, comunque voleva chiedermi se poteva entrare a dare un'occhiata non è vero?" continuò guardando Jo, che aprì la bocca e poi la richiuse. Congiunse le mani: "Ti prego ti prego ti prego!"
"No!""Una tazza di Thé!"
"Sì certo come no! Mai, non possiamo andare a chiedere a quei due, hanno delle facce che non mi piacciono per niente!"
"Dai dai dai..."
"Non pregarmi tanto è in..."
"AaAargh!!!" esclamò lei all'improvviso, indicando un punto dietro le spalle del ragazzo.
Sentendola Francesco sobbalzò e si voltò col cuore in gola."Dove? Dove?!" chiese prendendo lo scudo, e lei ne approfittò per voltarsi e correre verso il cancelletto rosa chiaro che portava nel giardino: "N...JO!!!"

"Ma anche tu che ci caschi, però!" rise Lucrezia divertita: "Questo era logico!"
"Beh, scusa tanto se sto all'erta!" rispose lui, rosso in viso per la vergogna di esserci cascato e la rabbia."Sì vabbé...comunque, vieni, andiamo con lei." gli disse l'altra trattenendo le risate e prendendogli la mano nella sua, per seguire la compagna che, avendo trovato aperto il cancelletto, era entrata senza tanti complimenti nel giardino dei due tipi, che stavano cantando una strana canzoncina...
"A very merry un-birthday
to me!
To who?
To me!
Oh, you!
A very merry un-birthday
to you!
Who me?
Yes, you!
Oh, me!
It's hard to gratulate
So have another cup o' tea
A very merry un-birthday
TOOOOOOOOOO YOOOOOOOUUUUUUU!!!"
Quando smisero di cantare, Jo e Lou si guardarono perplesse, aggrottando le sopracciglia. Poi per non essere maleducate (anche perché erano entrate nel loro giardino senza permesso), applaudirono nonostante il poco (anzi, nullo) talento dei due interpreti. Francesco invece rimase scandalizzato, guardando prima le compagne di viaggio poi i due pseudo-cantanti con viso quasi terrorizzato.

"Ma che fate?!" esclamò con voce stridula, facendo girare il Cappellaio e il Leprotto (perché dall'aspetto era abbastanza ovvio che fossero loro) che alla loro vista sbarrarono gli occhi e si slanciarono verso i ragazzi, correndo sulla tavola gridando: "Non c'è posto, non c'è posto! Ci dispiace ma non c'è posto!"
"Ma ci sono un sacco di posti!" protestò Lou indicando loro le sedie e poltrone intorno alla tavola.
"Beh, ma è molto scortese presentarsi a un thé senza invito!" disse il Leprotto ancora in piedi sul tavolo puntando il dito contro il naso di Jo, mentre anche il Cappellaio annuiva: "Sì, è molto, molto scortese!" confermò sputacchiando.
"Ci dispiace...è che abbiamo..." cominciò Fra, interrotto poi da Jo. "Sentito la vostra deliziosa canzone!" disse con viso fintamente estasiato, che però convinse i due, i quali si guardarono stupiti: "Davvero?!"
"Sì, certo!"
"Oh, ma questo è meraviglioso!" esclamarono con voce deliziata: "Vi è piaciuta la nostra canzone?"
"Ci è piaciuta la loro canzone?" chiese Fra sarcastico, ricevendo una gomitata da Lou: "Ah...sì, ci è piaciuta."
"Certo!"
"Ovvio!"
"Oh beh! Se è così, allora dovete per forza rimanere per una tazza di thé con noi!" esclamò contento: "E' il secondo complimento che ci fanno oggi!"
"S-secondo?" ripeté Fra: "Perché, è già passato qualcuno?" ma si accorse che i due non lo stavano ascoltando, e tiravano le due ragazze per le maniche a convincerle a restare.
"Beh, immagino che una possa andare..." annuì Lou pensandoci su: "Ma solo una. Non possiamo rimanere qui molto..."
"Oh, biscotti e pasticcini!" esclamò Nana, sedendosi su una poltrona di velluto rossa e prendendone uno: "Dai restiamo un po'...mi piacciono così tanto le feste di compleanno."
"Oh, mia cara, ma questa non è una festa di compleanno!" disse il cappellaio mettendole una mano sulla spalla con fare affabile.
"Ah...no?"
"No, certo. Questa è una festa di non-compleanno." precisò infatti il Leprotto facendo accomodare Lucrezia, che li guardò perplessa. "Un...non-compleanno?" ripeté mentre quello le versava mezza tazzà thé, nel senso vero e proprio del termine (cioé stava versando del te in una
tazza tagliata a metà.)

"Proprio così!"
"Non ho idea di cosa sia..."
"Nemmeno io." concordò Francesco, ma Jo alzò la mano. "Io lo so!" disse.
"Ah sì? E che sarebbe?"
"Ovviamente è una festa che si fa' nei giorni che non sono quello del proprio compleanno, così al posto di una festa all'anno ne hai trecentosessantaquattro!" rispose trionfante, ricevendo gli
applausi del Cappellaio. "Oh, ma che bambina brillante!"

"Troppo buono, signore..." rispose lei facendo un sorriso soddisfatto a Francesco, che sbuffò distogliendo lo sguardo.
Lou alzò il dito con un'idea. "Ehi!" disse: "Ma se è così, allora oggi è
anche il nostro non-compleanno!"

"Oh no, Lou, non anche tu..."
"Davvero?" chiese stupito il cappellaio, battendo le mani: "Oh, ma guarda che coincidenza!"
"Com'è piccolo il mondo!" commentò il Leprotto annuendo: "Allora in questo caso..."
Ed entrambi saltarono nuovamente sul tavolo, scoprendo una enorme torta rosa con tanto di candeline nascosta sotto il cappello verde che il Cappellaio teneva in testa. "Oh no..." sospirò Fra scrollando la testa praticamente disperato.
"A very merry un-birthday...."
"Per me?" chiese Lou sorpresa, mentre le posavano la torta davanti.
"To you!
A very merry un-birthday..."
"Per me?"
"To you!
Now blow the candle out, my dears
And make your wish come true!"
Le due ragazze si sorrisero, e presero Francesco per il braccio per tirarlo vicino a loro. "Non vorrai sembrare scortese!" disse Jo, prima di soffiare insieme a loro sulle candeline della torta, che sembrò tremare per un secondo e poi esplose sopra le loro teste, come un fuoco artificiale.
"A very merry un-birthday, to yooouuu!!!!"
Jo e Lou scoppiarono a ridere, con un po' di crema sulle loro facce. "E' stato divertente!" disse la mora passandosi il dito sulla guancia e provando ad assaggiare ciò che ne restava.
"Già...dovremmo fare anche noi ogni tanto delle feste del genere." annuì Lou, mentre il Cappellaio la aiutava a pulirsi gli occhiali. "Beh, miei cari." disse poi infilando il gomito in una tazza piena di thé, senza sembrarne
minimamente preoccupato: "Avete detto che dovevate fare qualcosa?"

"In verità non l'avevamo detto..." disse Francesco perplesso, ma loro scossero la testa: "Allora?"
"Beh, ecco, per farla semplice stavamo cercando una ragazzina di nome Alice che dovrebbe essere passata di qui." spiegò Lou il più velocemente possibile: "L'avete vista?"
"Non abbiamo visto nessuno che fa di nome Alice." rispose il Leprotto: "Ma prima di voi è passata una ragazzina bionda che si è feramata con noi un momento."
"Davvero?!" chiese Fra sporgendosi verso di loro: "E...sapete dov'è anda..." cominciò a chiedere, ma prima che potesse finire il Leprotto saltò sulla tovaglia esclamando: "Cambio cambio di posti!" e i tre vennero spinti due posti avanti al proprio, senza che nemmeno se ne accorgessero.
"Dunque...stavi chiedendo?" chiese il Cappellaio al ragazzo.
"Sì, chiedevo se sapete dov'è andata."
"No, ma anche se fosse, non vedo perché dovrebbe interessare a voi."
"Ha detto qualcosa su dove avesse intenzione di andare?"
"Niente di niente." disse il Leprotto scuotendo la testa."Perché la cercate?" chiese il Cappellaio: "Invece di cercare una bambina, non sarebbe più divertente rimanere a festeggiare il proprio non-compleanno?"
"Beh, divertente è divertente." annuì Jo: "Ma dobbiamo proprio andare a cercarla...se è passata di qui, magari potrebbe essere ancora vicina a questo posto..."
"Ho un ottima idea!" esclamò il Leprotto: "Cambiamo argomento!"
"Come cambiamo argomento?" chiese Fra cominciando a non capirci più, ma fu ignorato dai due.
"Perché i tramonti sono matti da legare?" chiese il Cappellaio grattandosi il mento.
"Scusi?" chiese nuovamente il ragazzo, aggrottando le sopracciglia. Era la domanda più stupida che avesse mai sentito!
"Ah, un indovinello." disse Lou cominciando a ragionarci su a voce alta: "Dunque...perché i tramonti...sono matti da legare..."
"Cosa?!" chiese il Cappellaio quasi nel panico: "Che hai detto?!"
"Perché i tramonti sono matti da legare!" ripeté lei più forte, e quando lo fece il Leprotto saltò in braccio al Cappellaio. "Sono matti, sono matti!" esclamarono.
"Ehi, state calmi!" disse Jo: "E' la domanda che avete fatto...." ma prima che potesse finire la frase il Cappellaio si ritirò come impaurito: "Non vi avvicinate, non vi avvicinate!! Sono matti!"
"Oh adesso però basta! Andiamocene o non so cosa faccio a questi!" disse Fra prendendo per le braccia le due amiche e portandole via, senza nemmeno salutare.
"Ma Fra..." provò a protestare Jo: "Magari potevano dirci qualcosina in più..."
"Sì, certo! Per favore! Abbiamo solo perso tempo qui, ed è stato...il ricevimento più stupido a cui io abbia mai preso parte!!"

Ecco la prima parte! Allora, che sembra? Fa' schifo? E' orribile? Commenti please...

venerdì 2 maggio 2008

Diciamoci due bugie!


Prima o poi ci sarà anche il mio nome lì.
[Fuori dalla casa di Giulietta. Immagine presa da DeviantART]